Onorevoli Consiglieri di Stato,
la Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997 (LBC 1997) chiede a chiunque sia a conoscenza di un bene in pericolo di segnalarlo. Perciò VivaGandria, quale gruppo promotore, vi sottopone questa petizione sostenuta da 110 cittadine e cittadini residenti a Gandria, due terzi della popolazione adulta.
A Gandria, donne e uomini ispirati dalla necessità, dal patteggiamento con la natura per trarre da pietra e acqua di che mangiare, ci hanno lasciato una composizione di volumi e colori la cui bellezza è assurta a simbolo e continua a regalarci il sentimento di ciò che è essenziale.
Oggi viviamo nel superfluo. E anche il villaggio del Cinquecento subisce un lento degrado. I muri di mattoni e pietra, i tetti di coppi, gli intonaci di calce e terra, le gradazioni di ocra e rosso, i portoni antichi, le finestre anguste, i muretti di pietra dalle piode marchiate di graffiti preistorici, uno per uno, piano piano, sono sacrificati. Al loro posto spuntano intonaci cementizi, vetrate hollywoodiane, tinte chimiche e shocking, dettagli scadenti e inappropriati. A volte è per l’impossibilità del singolo cittadino di pensare a tutto, a volte per scarsa attenzione degli addetti ai lavori. La popolazione avverte incoerenza e opacità nei criteri di attribuzione dei permessi. E così, l’insieme si snatura, si perde un cimelio raro.
La LBC 1997 prevede che “la protezione di un bene culturale si estende all’oggetto nel suo insieme, in tutte le sue parti e strutture interne ed esterne”, imponendo, se la situazione lo richiede, di delimitare un perimetro di rispetto nelle adiacenze del bene protetto. I cittadini firmatari chiedono che l’insediamento di Gandria possa beneficiarne.
La recente richiesta di una decisione preliminare per l’edificazione di un complesso di palazzine sui mappali 216/217/229/230/728 dell’ex-Comune di Gandria acutizza il problema. Sappiamo che la decisione sulla nostra petizione non sarà immediata. Nel Consiglio comunale di Lugano è pendente una mozione perché venga adottata sul fondo in questione una “zona di pianificazione” che permetta di attuare una variante del piano regolatore: in Gran Consiglio, è pendente una mozione con cui si chiede “che il Cantone Ticino acquisti il terreno per sottrarlo a questa operazione speculativa e lo destini a usi di interesse pubblico e compatibili con l’alto valore culturale e paesaggistico di Gandria”. Anche l’evasione di questi atti richiederà del tempo.
Nel frattempo il progetto per cui è stata presentata richiesta potrebbe essere approvato. Anche se formalmente ineccepibile, ciò sarebbe in contrasto con lo spirito della LBC 1997, la quale prevede che “se un bene culturale protetto o degno di protezione è esposto al rischio di manomissione, alterazione, distruzione, trafugamento o simili, il Consiglio di Stato deve ordinare senza indugi le misure provvisionali necessarie”.
Vi invitiamo perciò ad accogliere, in tempi possibilmente brevi data l’urgenza dettata dalla situazione, questa petizione e a far uso della prerogativa accordatavi per congelare ogni decisione fino a quando le questioni pendenti saranno state evase.Cordiali saluti,
VivaGandria