Non è certo il meglio che si potesse fare e c'è da chiedersi se non era possibile fare altrimenti. Già, ma da chi? e in base a cosa?
Il Consigliere comunale di Gandria Norman Luraschi ha presentato un’interpellanza al Municipio di Lugano (vedi Documenti: mozioni e interpellanze) per denunciare la bruttura costituita dalle nuove camere per le fognature. A mio parere l’intenzione è buona, ma il testo dell’interpellanza non è dei più felici quando afferma che si fa un gran parlare del progetto di nuove palazzine (lui è favorevole ed è un suo buon diritto) mentre invece nessuno dice niente di ciò che sta succedendo a riva lago. Perché opporre bruttura a bruttura se una bruttura più una bruttura fanno due brutture? Una delle ragioni per cui tutto tace su questo fronte la suggerisce del resto lui stesso: le camere non sono state modinate in modo adeguato, quindi nessuno si è accorto di quanto avveniva. D’accordo.
Al di là delle domande poste da Luraschi resta il problema di fondo dell’informazione dovuta ai cittadini. Già negli scorsi mesi il comune è intervenuto in modo perlomeno discutibile (vedi ringhiere e cestini) senza chieder niente a nessuno. Sarebbe imminente la posa di cartelli con i nomi dei vicoli di Gandria; non sarebbe opportuna una serata informativa per la popolazione? La vecchia commissione di quartiere sarà presto sostituita da una nuova: si dice che non sarà più di 11 membri ma solo di 5 e, se è vero, lo sapremo solo a cosa avvenuta.
Il Municipio di Lugano ha la cattiva abitudine di porci sempre di fronte al fatto compiuto. Nessuno, come dice Luraschi, è mai in grado di sapere chi è il responsabile a cui si possono chiedere informazioni. Anche per questo, presentando al governo la petizione per la protezione di Gandria abbiamo chiesto al Municipio un incontro per poter avviare modalità diverse. Il confronto e la discussione sono condizioni indispensabili al convivere e alla democrazia.
Dai Luraschi, visto che ha fatto 30 faccia 31! Chieda al Municipio cosa intende fare per togliere la fondamentale bruttura del fatto compiuto.Trent’anni fa la Lega svizzera per la protezione della natura intendeva rivolgersi al Consiglio federale per l’inclusione nell’inventario dei paesaggi protetti “dell’intero territorio del Comune di Gandria”. La proposta fu stroncata da un’assemblea comunale straordinaria che il 26 novembre 1978 votò all’unanimità, con fragorosi applausi, il seguente ordine del giorno:
“Considerando che il Comune di Gandria già deve sopportare le gravissime conseguenze di uno sproporzionato e talvolta illogico numero di leggi e decreti che, se non meglio adeguati a maggior buon senso, finiranno per soffocare la sua stessa esistenza;
considerato come attualmente i giovani del paese, pur attaccatissimi al loro villaggio, lo debbano abbandonare al momento del matrimonio in quanto non viene concesso di costruire sulla terra dei loro avi; e che le stesse guardie federali di confine debbano domiciliarsi altrove per assoluta mancanza di appartamenti; il tutto con il conseguente impoverimento del Comune;
fermamente decisi a difendere - come sempre è stato fatto dalla volontà e dal grande buon senso delle Autorità comunali - le caratteristiche, uniche al mondo, dalle quali dipende il suo buon nome, del nucleo costituente l’attuale abitato al lago;
considerato inoltre lo stato di completa trascuratezza e di vergognoso inselvatichimento in cui è abbandonato il punto più bello del paese costituito dallo spiazzo - ora inaccessibile - ubicato in zona “Sasso di Gandria” che da oltre mezzo secolo risulta niente di meno che proprietà di quella stessa Lega che ora intende … proteggere e dettare legge;
insorgono con veemenza contro la ventilata idea di estendere il loro raggio d’azione ai dintorni del Comune, opponendosi già sin d’ora con ogni mezzo, nessuno escluso, alle antidemocratiche intenzioni della citata Lega che, esagerando in questi ultimi tempi nei suoi progetti, altro non fa che nuocere allo sviluppo naturale dei comuni ticinesi, al turismo e al conseguente benessere delle popolazioni;
invitano pertanto gentilmente il Lod. Dipartimento Cantonale dell’Ambiente, e per esso il suo direttore On.le Cons. di Stato Caccia, a voler intervenire con fermezza presso il competente Dipartimento Federale dell’Interno affinchè abbia a tener calcolo dell’opinione democraticamente espressa e sanzionata in sede assembleare dai Cittadini del Comune di Gandria: un Comune che vuole armoniosamente vivere e prosperare, nell’ambito di una democrazia più valida, senza dover un giorno essere costretto ad elemosine federali e cantonali e morire come museo”.
Trovo geniale quel “morire come museo” e mi piacerebbe sapere cosa significa opporsi “con ogni mezzo, nessuno escluso”: idee per il futuro? Scherzi a parte, nel frattempo le cose sono cambiate. Non ci sono più guardie federali di confine costrette a stabilire altrove il loro domicilio. Anche se attaccatissimi alla “terra dei loro avi”, forse oggi i giovani convivono magari altrove perché, scorrendo l’elenco telefonico, i Giambonini a Gandria mi sembrano diventati rari; tra l’altro non mi sembra che le nuove palazzine progettate siano destinate a loro. Nel frattempo la piccola Gandria è diventata parte della grande Lugano e due terzi dei residenti del nuovo quartiere propongono una petizione per la protezione integrale dell'insediamento. Insomma, tutto cambia ma i problemi rimangono.
Ho ascoltato Giudici a Modem è l’ho sentito come un uomo di trent’anni fa. Se le autorità comunali non propongono futuro, toccherà a VivaGandria sviluppare progetti per garantire quelle “caratteristiche, uniche al mondo, dalle quali dipende il suo buon nome”. La discussione è quindi aperta.
Certo questo blog non dovrebbe diventare una cineteca, ma ci sono cose che lasciano il segno e vale la pena di vedere. Del resto la nostra lotta ha molto a che fare con l'immagine.
Ancora Francesca ci segnala il magnifico "Le mura di Sana" di Pasolini, dedicato a un incredibile spaventapasseri yemenita: un appello cinematografico all'Unesco, fatto di grande intelligenza e passione. Al suo interno spunta di nuovo la città di Orte e fa capolino anche il sindaco (il riferimento è puramente casuale).
Per vederlo cliccate qui, per saperne di più invece qui.
Buona visione!
Francesca segnala un filmino tratto da "La forma della città" Di Pier Paolo Pasolini:
http://www.archiworld.tv/playmovie.php?movie=36_09p.rm&ident=893
http://www.pasolini.net/cinema_formadellacitta.htm
Buona visione!
Gandria, 110 e lode
Oggi mercoledì 10 ottobre 2008 è stata consegnata al Consiglio di Stato una petizione per chiedere che l’intero insediamento di Gandria sia salvaguardato in modo adeguato tramite la Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997 (LBC 1997). È sottoscritta da 110 cittadine e cittadini, cioè dai due terzi della popolazione adulta residente nel villaggio/quartiere di Lugano.
La petizione è stata promossa da VivaGandria, un gruppo di lavoro formatosi lo scorso agosto, che si prefigge di promuovere attività e sviluppare progetti per potenziare l'ambiente, conservare la memoria e modellare il futuro.
Il gruppo si è rivolto anche al Municipio di Lugano con una lettera in cui sollecita sostegno per l’iter della protezione e auspica un incontro per unire le forze allo scopo di migliorare la vita, l’immagine e il potenziale della città, attraverso la salvaguardia di Gandria e del suo ricco territorio.
Per altre informazioni consultare il portale http://www.viva-gandria.ch/
VivaGandriaÉ inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.da Italo Calvino, Le Città Invisibili, 1972
Edy