17 aprile 2010
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Oggi La Regione pubblica un articolo per farci sapere che la Confederazione (per i motivi di risparmio che oggi vanno di moda, vedi UBS) avrebbe deciso di ridurre i sussidi ai trasporti pubblici. A meno che non intervenga il cantone, tra le 14 linee a rischio in Ticino ci sarebbe anche il bus di Gandria, gestito dalla società di navigazione. Noi tutti sappiamo che questo bus è necessario anche se costa più (si dice 300.000 franchi all'anno) di quanto ricavi. Ma il servizio pubblico è servizio pubblico, non deve fare guadagni ma possibilmente uscirne in pari. Quindi questa brutta notizia non è necessariamente tragica. Offre l'occasione di dire che il bus di Gandria dovrebbe essere naturalmente gestito dalla TPL e non dalla società di navigazione. La Grande Lugano si assuma le proprie responsabilità: perché un residente di Gandria deve pagare 4 franchi per andare a Besso (2 fino a Lugano con la società di navigazione e 2 fino a Besso con la TPL) mentre un residente di Bre ne paga solo 2?
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9 aprile 2010
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La notizia riportata dai giornali è abbastanza curiosa per essere segnalata. Ve la proponiamo nel caso qualcuno di voi avesse perso un cane, o forse desiderasse addottare uno dei cuccioli dell'immorale relazione.
Published by VivaGandria
2 aprile 2010
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Questo augurio per una buona rigenerazione a tutte e a tutti - malgrado la fredda e piovosa primavera - ci dà occasione di proporvi questo bel dettaglio dell'ancona di Gandria, inviataci da Richard dopo una visita al Museo nazionale di Zurigo.
La grande opera di due metri per tre risalente al Cinquecento ornava una cappella della chiesa di San Vigilio ma, mancando di soldi per restaurarla, nel 1905 la parrocchia la vendette per soli 16500 franchi alla Fondazione Gottfried Keller e venne esposta nel Museo nazionale. Gandria fu così privata di un autentico capolavoro: e se tornasse qui?
Per ulteriori informazioni, vedi qui.
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21 marzo 2010
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Gandria è caratterizzata dai terrazzi che nel passato (quando non c'erano ancora i supermercati e Grancia era solo una zona di terreni coltivi) hanno consentito alla sua popolazione di praticare un'agricoltura che consentiva di vivere più o meno bene secondo le stagioni. Quasi tutti sono ancora conservati nel terreno, spesso celati dall'avanzare del bosco, e alcuni sono stati valorizzati grazie al prezioso operare dell'Associazione amici dell'olivo; altri rischiano di scomparire per l'azione del tempo, che erode i muri a secco, e degli uomini (vedi per esempio il progetto di nuove palazzine).
Ovviamente Gandria non è il solo luogo dove ingegnosi contadini, per trarre frutti da terreni difficili, hanno capito l'importanza dei terrazzi; dal Macchu Picchu a esempi meno blasonati, tutti ne abbiamo sentito parlare e certo ne abbiamo anche visti, dato che in Ticino abbondano. Ci sembra perciò utile segnalare il bel sito del Progetto Alpter - "terraced landscapes of the alpine arc"- nato nel 2005 e concluso nel 2008 nell'ambito di un progetto Interreg, purtroppo com poche ricadute in Svizzera (solo per la Val Bregaglia). Propone (oltre a belle immagini) interessanti considerazioni che suggerisconoi idee e molti indirizzi utili su vari siti e attività lungo l'arco alpino che si prefiggono di contrastare l'abbandono dei terrazzi. Tra questi link ci ha particolarmente colpito - per la leggerezza grafica con cui presenta questo pesante mondo di pietre - quello dell'Ecomuseo dei terrazzamenti e della vite di Cortemilla (nelle Langhe piemontesi).
Vi invitiamo perciò a perdervi nei meandri di questo sito dalle mille diramazioni, sicuri che potrete trarne spunti utili anche per Gandria.
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19 marzo 2010
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L'anno scorso
avevamo segnalato la prossima pubblicazione di un libro sui fratelli Vigilio e Pietro Rabaglio di Gandria, l'uno architetto, l'altro stuccatore, che nel Settecento lavorarono soprattutto in Spagna realizzando importanti opere. Ora il libro -
Mastri d’arte del Lago di Lugano alla corte dei Borboni di Spagna. Il fondo dei Rabaglio di Gandria, sec. XVIII - è in corso di stampa e può essere ordinato in sottoscrizione.
Avendone visionate le bozze, possiamo garantire che si tratta di un libro molto bello, corredato da magnifiche illustrazioni. Contiene anche un importante capitolo sulla storia materiale della Gandria del Settecento e un indispensabile studio della struttura del nucleo e dell'insediamento.
Ogni gandriese dovrebbe aggiungerlo alla sua biblioteca: per sottoscriverlo al prezzo speciale di 59 franchi
cliccate qui.
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17 marzo 2010
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09:22
La costruzione dell'impianto delle fogne di Gandria sta volgendo al termine per la soddisfazione di tutti. Si tratta di un'importante opera di utilità pubblica di cui dobbiamo congratularci con il comune di Lugano e di cui avremmo voluto solo parlar bene. Purtroppo tutta l'operazione è stata guastata da un vizio di fondo che ha procurato molti attriti tra la popolazione (in particolare proprietari di fondi e immobili) e i tecnici comunali, che questo sito ha più volte documentato. L'opera richiede l'investimento di circa cinque milioni e nessuno "in alto loco" ha pensato alla necessità di spendere alcune migliaia di franchi per dare incarico a un architetto qualificato di supervisionare il suo inserimento nel delicato tessuto della riva e dell'insediamento. Crediamo che i tecnici comunali e i progettisti abbiano fatto del loro meglio affinchè l'impianto possa funzionare correttamente, ma non si sono occupati (non era loro compito e competenza) di questa problematica. Sappiamo tutti che ogni intervento a Gandria è estremamente delicato e VivaGandria aveva sollevato il problema in un incontro d'inizio febbraio con la signora Masoni, municipale responsabile per i beni culturali, la quale ci aveva assicurato che d'ora in poi ogni intervento a Gandria sarebbe stato accompagnato dalla consulenza di un architetto.
Purtroppo alle parole non seguono i fatti.
Il 5 marzo scorso accanto al ristorante Roccabella sorge un nuovo mostro, "il quadro elettrico d'alimentazione della stazione di pompaggio numero XIII in vicinanza del pontile principale di Gandria". Il gerente del locale, Peter Artho (membro della Commissione di quartiere), insorge immediatamente e dopo vari interventi (anche presso la signora Masoni) ottiene un sopralluogo con i responsabili della conduzione dei lavori per valutare una soluzione più confacente. L'8 e il 9 marzo gli operai dell'AIL sono celermente al lavoro per completare la centralina, come se si volesse creare un fatto compiuto e irreversibile. Il 10 marzo alle otto del mattino davanti alla centralina c'è un assembramento per il sopralluogo; tecnici comunali, progettisti, membri della commissine di quartiere e di VivaGandria e il proprietario del fondo, Arsenio Bordoni. Dopo discussione, per finire Ennio Caroli, membro di VivaGandria, trova l'uovo di Colombo proponendo di spostare il mostro di alcuni metri, in posizione meno vistosa; tutti si accordano per quella soluzione, certo non ideale ma sicuramente più consona.
Tutto bene quel che finisce (quasi) bene? No, resta il problema di fondo. Da mesi VivaGandria chiede al comune di Lugano un inventario dell'insediamento che permetta di valutare con cognizione di causa gli interventi sia pubblici che privati a Gandria. Per il momento il municipio fa orecchio da mercante, ma non ci stancheremo di tornare costantemente alla carica.
Peccato! Se i gandriesi non fossero intervenuti, i turisti appena scesi dal battello avrebbero potuto mandare agli amici questa bella cartolina.
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6 marzo 2010
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15:24
Vi avevamo già detto del caso di Bre (sta proprio sopra le nostre teste e non ci è indifferente) segnalato pochi giorni fa da La Regione, sottolineando le analogie con il caso di Gandria. Ora il sito della città di Lugano pubblica
il testo dell'interrogazione presentata in consiglio comunale da Cristina Zanini Barzaghi (PS) e da Francesco Gilardi (Lega): un esempio raro e quasi unico di trasversalità per un caso serio che travalica i confini di partito. Sarebbe bello se anche per Gandria i partiti sapessero trovare lo stesso spirito (con più ampie adesioni) quando si tratterà di discutere la mozione Arigoni per un piano di zona che la richiesta di licenza per la costruzione delle palazzine Giudici/Pacchin sembra consigliare. Per le analogie ricordiamo; elimina un vincolo d'interesse pubblico, privatizza e il patatrac è garantito ...
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28 febbraio 2010
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21:42
Un paio di settimane fa la RSI ha diffuso a Falò un'interessante inchiesta di Ruben Rossello su "Fatti e misfatti dell'urbanistica in Ticino". Interessante e desolante perché rivela la realtà di un paese, il nostro, dove alcuni furbi si arricchiscono mandando a ramengo il territorio. Chi avesse perso la trasmissione può visionarla
qui.
Naturalmente il servizio mostra solo una selezione di misfatti, se ne potrebbero aggiungere diversi altri e del resto la cronaca segnala quasi giornalmente i nuovi che vengono ad aggiungersi. Uno degli ultimi in ordine di tempo sta proprio sopra le nostre teste, a Bre (
vedi qui). Anche se probabile la cosa non è ancora sicura, ma sono curiose e significative le analogie con il caso di Gandria.
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9 febbraio 2010
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17:08
Oggi è stato posato il lungo tubo che tra pochi mesi porterà i liquami di Gandria al depuratore di Lugano: da maggio, quando il nuovo impianto di fognatura verrà messo in funzione, il lago sarà più pulito e ia nostra balneazione diventerà più piacevole.
Anche se poco elegante si tratta di un nuovo legame portato dall'aggregazione comunale del 1994. Certo, non si tratta di un evento mondiale ma nel nostro piccolo questo momento storico merita di essere immortalato da una foto ricordo.
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7 febbraio 2010
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17:15
Giungendo a Gandria dal lago ci si trova di fronte lo sbarramento delle case che si innalzano sul ripido pendio della montagna. Anche oggi Gandria ha pur sempre una bella faccia, anche se non ha più il fascino di quella che mostrava in questa fotografia risalente alla fine degli anni '30 del secolo scorso. Però, anche inoltrandosi nei vicoli e risalendo le scalinate, è quasi impossibile vederne il profilo. Per coglierlo in tutta la sua bellezza è necessario "radiografare" l'insediamento, disegnarne le sezioni sulla carta. Alcuni (allora) giovani studenti d'architettura del Politecnico di Zurigo (tra cui il nostro Claudio Mudry) l'hanno fatto poco più di trent'anni fa ottenendo un magnifico risultato (
clicca qui). I disegni sono tratti dal libro "La costruzione del territorio. Uno studio sul Canton Ticino" di Aldo Rossi, Eraldo Consolascio e Max Bosshard, pubblicato nel 1979 dalla Fondazione Ticino Nostro con sede a Lugano.
Quello di Gandria è un profilo che denota carattere: diamoci da fare per mantenerlo.
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