MAMMA LUGANO E I SUOI FIGLI QUARTIERI
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Questa è una fiaba moderna: non inizia con c’era una volta.
Inizia con c’è oggi Lugano, una madre, moderna pure lei, con i suoi tanti figli quartieri.
Una madre così importante e impegnata da risultare talora assente?
Una madre in carriera, presa da grossi progetti, occupata in Cina e con Expo 2015…
Deve imparare a non trascurare i figli!
Deve ascoltarli, dedicarsi a loro, così diversi uno dall’altro.
Deve visitarli a uno a uno nelle loro camerette, chiedere: come va? Cosa ti serve? Trovare il tempo di sedersi per fare i compiti insieme. Dare una paghetta sufficiente a renderli indipendenti.
Loro non possono sbattere la porta e scappare di casa. Non possono chiamare il padre Cantone, in altre faccende affaccendato.
Quando la prole è numerosa occorre delegare nonni, zii, amici… collaborare di più con le Commissioni di Quartiere, affidarsi alle associazioni presenti negli ex comuni; se ne prenderanno cura loro con gioia.
Non esagerare con le bambinaie, troppo ligie alle direttive di partito…
Lugano dovrebbe immedesimarsi nei suoi quartieri, ricordarsi che non molti anni fa era come loro: una piccola località bisognosa di attenzioni materne.
Lugano da madre deve diventare mamma, se desidera che i suoi figli si affezionino a lei, tanto da chiamarla mami.
Lugano mami o non mami? M’ami o non m’ami?
La risposta è importante, se si vuole lo stesso finale delle fiabe di una volta: e vissero tutti felici e contenti.
Roberto Genazzini, Gandria, gennaio 2011