All’inizio dell’anno, i deputati Roberto Malacrida e Nenad Stojanovic hanno posto al Consiglio di Stato due semplici domande:
1) ritenete che la vecchia casermetta delle guardie di confine di Gandria meriti di essere inserita tra i beni culturali tutelati dalla protezione del Cantone?
2) il 10 ottobre 2008 vi è stata consegnata una petizione sottoscritta da due terzi dei residenti di Gandria per la protezione integrale del villaggio ai sensi della Legge sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997 (LBC 1997). Dopo tre anni non avete ancora espresso alcun parere; che avete fatto nel frattempo? non credete che sarebbe ora di dire qualcosa?
Lo scorso 18 dicembre è finalmente giunta la risposta del governo. Per quanto riguarda la casermetta (la casa rossa) si ritiene che “per la sua storia, l’ubicazione e l’importanza paesaggistica” è certamente meritevole di protezione secondo la LBC 1997. Però l’Ufficio dei Beni Culturali non è ancora in grado di dire se la protezione dovrà essere cantonale o cantonale e sta valutando la questione. Comunque l’eventuale iscrizione tra i beni protetti dovrà avvenire nell’ambito della revisione del Piano Regolatore di Lugano: ne prendiamo nota.
Per quanto riguarda la nostra petizione, il governo informa che la Commissione cantonale dei Beni Culturali ritiene che Gandria “assieme alle Cantine, possiede i parametri necessari per rientrare tra gli insediamenti protetti, anche sulla base di un primo confronto con altri nuclei storici di pregio esistenti sul territorio cantonale”. Secondo nostre informazioni, la Commissione ha proposto l’immediata protezione integrale di Gandria, senza attendere l’esame degli altri casi, ritenendola particolarmente minacciata. L’amministrazione cantonale ha però fatto un passo indietro, muovendosi diversamente, nell’ambito di un esame complessivo di tutti i nuclei da proteggere, in base alle conseguenze della cosiddetta “sentenza Rüti” del Tribunale Federale (impone anche a Cantoni e Comuni di rispettare le raccomandazioni degli inventari federali, inserendole nei piani direttori e regolatori). Quindi bisognerà attendere perché, come ricorda il Consiglio di Stato, “le decisioni circa le modalità di protezione per le implicazioni culturali, normative, amministrative e non da ultimo finanziarie, sono impegnative e di non poco peso”. In conclusione: la nostra petizione è legittima ma per avere una risposta impegnativa dovremo portare pazienza, dato che il governo pensa che “al momento attuale non esistono imminenti pericoli tali da minacciare l’integrità del territorio e dell’insediamento di questa pregevole sezione di Lugano”.
Non vi sono pericoli imminenti? Una delle ultime ristrutturazioni ....
... e i tetti di Gandria attorno al 1930.