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7 maggio 2011 6 07 /05 /maggio /2011 13:43

Piano piano, a livello cantonale si sta muovendo qualcosa anche per la salvaguardia di Gandria. Oggi La Regione (vedi qui) propone un sunto della presa di posizione del Consiglio di Stato (CdS) sulla mozione presentata il 24 giugno 2008 in Gran Consiglio da Savoia e confirmatari per l'acquisto da parte del Cantone del terreno sul quale dovrebbero sorgere le ormai famose palazzine di Gandria. La risposta del CdS è negativa e propone al parlamento il rigetto della mozione.

Ma il rapporto governativo (vedi qui, con il testo della mozione) del 16 marzo scorso (quindi del passato CdS) è comunque interessante per diversi motivi. In primo luogo riconosce che "la salvaguardia dei nuclei maggiormente rappresentativi del Cantone Ticino" è "un tema di grande spessore culturale" che "il Dipartimento del territorio sta approfondendo con particolare attenzione, considerata anche la prima ed innovativa esperienza ancora in corso in questo delicato settore in valle Lavizzara con il suggestivo nucleo di Fusio". In particolare, attraverso un'indagine approfondita a partire dal 2009, la Commissione (CBC) e l'Ufficio dei beni culturali (UBC) avrebbero già stilato una lista di insediamenti da proteggere integralmente sul territorio cantonale (secondo nostre informazioni sarebbero una trentina e Gandria vi figura). Per arrivare a una decisione definitiva da parte del CdS il Cantone dispone già di adeguati strumenti legislativi. Il governo ritiene quindi che la strada da seguire sia quella, "che consente scelte consapevoli di politica culturale perché poggia su solide basi conoscitive ed è in grado, proprio per questo, di riconoscere a Gandria il ruolo che le spetta nel panorama del patrimonio cantonale, senza dimenticare la suggestiva e variegata trama di insediamenti che ricopre l’intero territorio - di cui anche questo villaggio lacuale è parte". Auspica perciò "di poter contare sulla collaborazione e l’impegno dei comuni, preconizzata dalla stessa Legge, e della popolazione. I segnali giunti da un buon numero di abitanti di Gandria, pertanto, costituiscono un elemento di valutazione di cui l’autorità cantonale potrà tenere debito conto al momento della decisione". Respinge invece la proposta di acquisto del terreno che ritiene "molto problematico dal profilo finanziario e da quello più generale dei compiti dello Stato, mentre non risulta indispensabile ai fini della tutela stessa. Di fatto comporterebbe un impegno economico e l’assunzione di un ruolo “imprenditoriale” che sarebbero molto vasti e al momento a tutti gli effetti prematuri". 

Constatiamo quindi con un certo orgoglio che la nostra petizione del 2008 ha contribuito a dare uno scossone alla questione della salvaguardia integrale degli insediamenti più significativi del Ticino, spingendo all'azione gli organi competenti. Il governo dichiara di voler tener conto, al momento della decisione, dei segnali che giungono dalla popolazione. Ciò è di buon auspicio, sempre che non restino parole sulla carta ma si traducano in fatti concreti. 

Questa è la notizia; la nostra valutazione di merito seguirà nei prossimi giorni, tanto più che l'intenzione governativa di respingere l'ipotesi d'acquisto del terreno, su cui dovrà decidere il Gran Consiglio, ci sembra poco fondata.

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