Lunedì prossimo 12 luglio dovrebbe essere discussa in Consiglio comunale la mozione Arigoni "Giù le mani da Gandria!". Noi riteniamo che questa discussione sia fuori tempo e abbiamo inviato ai Consiglieri questa lettera:
Sarà farsa o tragedia? Forte è il rischio che dopo la seduta del Consiglio comunale di Lugano del 12 luglio si potrà, secondo i temperamenti, solo ridere o piangere. Si discuterà la mozione Arigoni “Giù le mani da Gandria!”, per una decisione che avrà un forte impatto sul destino del villaggio e lo si farà senza cognizione di causa, perché nessuno oggi sa cosa può o deve diventare Gandria.
O prevarrà la saggezza? La mozione di Alessio Arigoni (del giugno 2008) è un gesto generoso e tempestivo per bloccare la costruzione di palazzine ritenute lesive per l’immagine del nucleo. Da allora sono successe molte cose. Nell’autunno 2008, due terzi dei cittadini attivi del villaggio hanno indirizzato una petizione al Consiglio di Stato per la protezione integrale di Gandria: è al vaglio della Commissione cantonale dei beni culturali che, riteniamo, darà un primo responso nella primavera 2011. Dalla petizione è nata VivaGandria, un’associazione di cittadini che opera per la salvaguardia e la rivitalizzazione del villaggio. Il Comune di Lugano (due volte) e il Cantone hanno respinto la richiesta preliminare di costruzione. Il promotore delle palazzine ha scelto una pausa di riflessione, rinunciando a ulteriori ricorsi. Intanto VivaGandria si appresta a lanciare, in settembre, un concorso di idee invitando cinque architetti a fare proposte sulla zona in contestazione all’entrata del villaggio: Comune, Cantone e promotore hanno manifestato interesse per l’iniziativa. Crediamo che quella della mediazione sia la via da seguire. Evitiamo lo scontro tra partiti dal quale escono solo vincitori e vinti, evitiamo decisioni affrettate di cui in seguito potremmo arrossire. Oggi è in discussione la salvaguardia di un bene comune, occorrono idee chiare e soluzioni condivise; per uscirne tutti vincitori bisogna concedere tempo e spazio alla mediazione. Perciò Gandria chiede ai Consiglieri comunali di Lugano di sospendere questa trattanda, dichiarandola prematura: sarebbe sbagliato inscenare oggi una tenzone con armi vecchie di due anni. Decidere di non decidere è la giusta decisione: noi vi sosteniamo.