La settimana scorsa avevamo promesso i dettagli della negata approvazione al piano di quartiere per le tanto discusse palazzine di Gandria. Eccoli qua, con una breve premessa.
Quando nel luglio 2013 l’architetto Lo Riso (a nome del committente Luca Pacchin) ha presentato una domanda d’approvazione preliminare per un Piano di quartiere denominato “Borgo degli ulivi”, quattro privati e VivaGandria hanno inoltrato opposizione. Il 26 marzo 2014 si è opposto anche il Dipartimento cantonale del Territorio, per cui l’11 settembre scorso la Città di Lugano ha negato la sua approvazione.
La risoluzione municipale è rallegrante in quanto allontana almeno provvisoriamente da Gandria un immediato pericolo. E’ però oltremodo deludente per la povertà delle motivazioni addotte: già le argomentazioni di carattere architettonico sono banali ma soprattutto sconcerta l’esplicita riconferma dell’edificabilità delle parcelle, che diverse considerazioni consiglierebbero di mettere perlomeno in discussione.
L’opposizione cantonale - corredata dai giudizi delle commissioni federale e cantonali - è certo di maggior interesse. Ribadisce la necessità della conservazione integrale del paesaggio, della situazione topografica, degli elementi naturali e del villaggio di Gandria; rammenta le raccomandazioni dell’ISOS, in particolare la tutela delle costruzioni esistenti, la salvaguardia degli spazi liberi da edificazioni all’interno del perimetro del villaggio, il ripristino delle qualità di paesaggio rurale tradizionale e l’eliminazione degli elementi che alterano l’aspetto dell’insediamento e dei suoi dintorni. Quest’elencazione definisce già un programma d’intervento per la rivitalizzazione del paesaggio rurale e culturale da garantire definitivamente tramite strumenti pianificatori cantonali e comunali adeguati.
In pratica viene proposta la revisione del Piano regolatore e la protezione integrale di Gandria, ciò che VivaGandria va perorando da sempre. Ma il Municipio, cui le stesse richieste sono state poste già sei anni fa, è sordo. E il Cantone predica bene ma razzola male; da una parte il Dipartimento del Territorio fonda la sua opposizione su quelle considerazioni, dall’altra il Consiglio di Stato dopo sei anni non ha ancora reagito alla petizione di numerosi gandriesi che chiedevano la protezione integrale del villaggio a sensi della Legge sui beni culturali.