Si è appena conclusa la prima fase di consultazione del PAL2 (quella relativa allo “Scenario di sviluppo”) e già si preannuncia la seconda, sulla “Identificazione delle misure”.
La lista delle misure è stata presentata il 26 gennaio scorso e la consultazione inizierà il 7 febbraio. Il tutto a passo di corsa perché, dopo aver esaminato voluminosi e complicati rapporti, chi intende intervenire dovrà inoltrare le proprie proposte entro marzo. Perché tanta fretta? Perché per usufruire dei contributi federali il Consiglio di Stato dovrà farne richiesta a Berna entro giugno.
Sarebbe certo stato utile poter esaminare la cosa con maggior tranquillità, perché la “lista della spesa” presentata a fine gennaio comporta un investimento di circa 1 miliardo e mezzo di franchi fino al 2030.
Dove si troveranno questi soldi? Il 35% - si spera ma non è sicuro - potrebbe venire dalla Confederazione, il resto dal Cantone e dai comuni. Finora i comuni contribuivano per il 15% ma il Cantone vorrebbe aumentare la loro quota. Perciò si prospetta la creazione di un “fondo infrastrutturale regionale” nel quale i comuni unirebbero gli sforzi sotto l’egida dell’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese (ERS). L'ammontare dell’operazione equivale a un paio di punti di moltiplicatore di tutti i comuni coinvolti. Nel corso della prima consultazione avevamo già criticato quest’impostazione che non ha base legale e richiederebbe modifiche legislative in ambito cantonale. Forzando la mano la si vuole però realizzare nell’ambito del PAL “per poter decidere da soli”. Dietro questa forzatura c’è il fondamentale ma sottaciuto disaccordo tra la Confederazione, che punta a uno sviluppo mirato dei trasporti pubblici, e la concezione di Lugano che continua a privilegiare il trasporto individuale.
Ci si dirà che non è vero, infatti circa la metà dell’investimento è riservato al trasporto pubblico. Ma ciò non deve trarre in inganno, la definizione delle priorità d’intervento - che siamo in grado di anticiparvi - parla un linguaggio chiaro. Nella prima fase solo misure per le strade, che incrementando il traffico automobilistico creano uno stato di fatto, in seguito - e di fatto rimandate alle calende greche - le misure per il trasporto pubblico, in particolare per la ferrovia e il tram luganese.
Tutta l’operazione è condotta da un gruppo molto ristretto di persone, sempre le stesse in abiti diversi. Giovanni Bruschetti, sindaco di Massagno, è presidente dell’ERS (che dovrebbe promuovere il fondo infrastrutturale) e anche della CRTL (Commissione regionale dei trasporti del Luganese) a cui il Cantone ha delegato il compito di promuovere il PAL2. Invece Stefano Wagner, contitolare della Studi Associati SA (SASA), è segretario della CRTL e nel contempo, come urbanista privato, ha elaborato il PAL2. La SASA ha ottenuto anche diversi altri incarichi per il PAL e c’è chi comincia a dire basta.
Scarso invece il coinvolgimento della popolazione in un processo certo complesso ma che meriterebbe maggior pubblicità per le conseguenze che comporta e che ci riguardano. Alla riunione di presentazione della fase 1 hanno partecipato appena un decina di persone.
Ora, per la fase 2, la presentazione alla popolazione è prevista giovedì 16 febbraio alle 17.30 alla Villa Negroni (Centro studi bancari) di Vezia. Esprimiamo l’augurio che ciò possa avvenire alla presenza di un folto pubblico.