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17 maggio 2009 7 17 /05 /maggio /2009 07:23

Il preavviso della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio CFNP ha almeno due meriti fondamentali:
- in primo luogo ricorda a tutti - anche a coloro che sembra l’abbiano dimenticato - di cosa si sta parlando: Gandria è da considerare quale uno tra i più significativi villaggi situati in riva di lago a livello nazionale. Analogamente a Morcote, Gandria è uno dei due villaggi semplicemente più emblematici del Cantone Ticino.
- partendo da ciò dice chiaramente cosa si deve fare: conservazione integrale del villaggio di Gandria e dei suoi dintorni.

Sono due premesse fondamentali e imprescindibili che aprono la possibilità per un’ampia discussione. Nonostante dichiarazioni del sindaco (parte in causa come privato nella questione) che sembrano alludere altrimenti, ci sembra impensabile che il Municipio di Lugano possa eluderle.

Detto questo: cosa significa conservazione integrale del villaggio di Gandria e dei suoi dintorni? Soprattutto là dove si precisa che tutti gli spazi oggi ancora liberi da costruzioni a Gandria devono essere imperativamente mantenuti non edificabili per salvaguardare il paesaggio e il sito costruito d’importanza nazionale.

Piuttosto che di conservazione noi preferiremmo parlare di protezione. Conservazione è un concetto statico, allude al museo, mentre protezione non esclude la pianificazione dinamica del territorio. La petizione inoltrata al Consiglio di Stato nell’ottobre scorso da 110 residenti (2/3 dei cittadini attivi) per la salvaguardia del villaggio in base alla Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997, su questo punto era molto chiara: non si vuole museificare il villaggio, impedire nuove costruzioni o trasformazioni, inibire l’evoluzione del paese: si vuole invece porre l’accento sulla protezione dei valori esistenti, sulla necessità di proteggere l’intero insediamento e le sue immediate adiacenze, e nel contempo valorizzare il suo patrimonio edificato con interventi mirati e di qualità.

Perciò l’Associazione VivaGandria è assolutamente d’accordo con il preavviso della CFNP in quanto blocca possibili scempi; nel contempo crede necessaria la discussione sulle sue implicazioni. Questo richiede tempo e intanto, in sordina, avanza il micro-degrado di Gandria, sia per mano pubblica che per iniziativa privata. Ma il preavviso della CFNP configura una situazione in cui diventa possibile ripartire sul piede giusto.

Per i grandi progetti è indispensabile istituire subito una zona di pianificazione per il comprensorio di Gandria, che blocchi temporaneamente ogni intervento in attesa di far chiarezza. Una mozione in tal senso, che a nostro parere richiederebbe alcuni ritocchi, è giacente in consiglio comunale dal giugno 2008.

Per il micro-degrado occorre che il Municipio di Lugano affronti seriamente la situazione. Il comune dispone di una Commissione protezione nuclei e beni culturali (con un delegato per Gandria) che apparentemente non fa molto, perlomeno non si sa niente della sua attività - se necessario la si attivi; ci sarebbe la Commissione di quartiere ma a Gandria dopo la sua costituzione non si è più riunita; c’è VivaGandria che si occupa ogni giorno del problema, ma al momento il Municipio non sembra interessato a discutere con noi. E’ urgente avviare il dialogo tra le diverse parti in causa.

Per gli aspetti culturali/paesaggistici c’è la petizione per la protezione integrale di Gandria, ora all’esame della Commissione cantonale per i beni culturali. Auspichiamo che a breve possa avere quell’esito positivo che, dopo il responso della CFNP, è diventato quasi ineluttabile.

Tutti questi aspetti costituiscono un insieme che non va disgiunto. Per questo chiediamo che:
- il Municipio accetti il responso della CFNP e agisca di conseguenza, in primo luogo istituendo una zona di pianificazione per Gandria
- il Consiglio di Stato dica sì alla petizione per la protezione integrale di Gandria

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