Nei giorni scorsi la Città di Lugano ci ha offerto un lussuoso dépliant che propaganda la “tappa prioritaria” della “Rete tram del Luganese”. Carta patinata, modellizzazioni, cartine e un sacco d’informazioni; una vera e propria operazione di marketing.
Veniamo informati che questa prima tappa - la linea in galleria tra Lugano e Manno/Bioggio - costerà all’incirca 300 milioni di franchi e che il tram dovrebbe entrare in esercizio nel 2023. Quindi; 300 milioni e 11 anni di attesa per non avere il tram a Lugano, bensì un collegamento veloce tra Lugano e il Piano del Vedeggio.
Quanto veloce? Si potrà andare da Lugano a Ponte Tresa in 23 minuti: oggi, lungo la linea di collina della FLP, ne occorrono 25 (vedi orario). C’è da chiedersi se il gioco valga la candela. Anche perché ciò porterà a medio termine all’eliminazione della centenaria linea di collina, con grave pregiudizio per Sorengo e Muzzano: la sua gestione non sarà economicamente sostenibile. Inoltre con metà di quella cifra si sarebbe potuto mettere in esercizio in tempi più brevi la linea tranviaria dal centro di Lugano a Cornaredo, dove nel nuovo polo si intendono insediare 3500 nuovi posti di lavoro. Per far fronte all’incremento si potenzieranno invece le strade, con un ulteriore aumento del traffico automobilistico, dimenticando di predisporre subito una rete adeguata per i trasporti pubblici. Oppure, con una cifra pari, si sarebbe potuto prolungare la FLP fino a Viganello e Cornaredo. Basterebbero 400 milioni per realizzare l’intera linea tranviaria da Cornaredo al Pian Scairolo; certo non sono pochi ma l’effetto strutturante di quella realizzazione – la “spina portante” evocata nella recente mozione PLR in Consiglio comunale - ne vale certamente il prezzo.
Abbiamo ricordato queste cose in occasione della votazione in Consiglio comunale del credito di progettazione definitiva per una cosiddetta ”opera prioritaria” che ci sembra decisamente inutile. Siamo rimasti inascoltati; anche se qualcuno ha votato “turandosi il naso” il credito è stato votato, con la sola opposizione della Lega, che il tram non lo vuole. È come se i responsabili politici della nostra città con il Piano d’agglomerato del Luganese si siano infilati in un vicolo cieco dal quale non sanno più come uscire. Quei 300 milioni buttati nel buco sotto la collina di Breganzona pregiudicano il futuro: forse non vedremo mai il tram a Lugano.