Torniamo sulla questione della Ca’Rossa che diventa sempre più pasticciata e complicata. Quindi chi vuole seguirci è invitato a concentrarsi e armarsi di pazienza.
Come sappiamo i lavori cominciati a inizio ottobre sono proseguiti celermente. Le licenze “secretate” a disposizione dei proprietari sono due: la prima del 2016 - poi prorogata - per un progetto di manutenzione straordinaria firmato dall’architetto Giovanni Vaglio. La seconda del 12 ottobre 2017 - mai prorogata, quindi scaduta - per un progetto piuttosto invasivo firmato dall’architetto Bruno Huber. Il 29 settembre scorso il legale, nonché marito, della proprietaria comunicava al Dicastero edilizia privata l’inizio dei lavori in base alla licenza (prorogata) del 2016, sotto la direzione dell’architetto Vaglio: lavori di poco conto, preventivati in 30’000.- franchi.
L’esistenza di due licenze ci ha ovviamente incuriositi anche perché induce al sospetto che ci fosse la volontà di utilizzare quella “minimalista” per realizzare invece il progetto “invasivo”. Perciò negli scorsi giorni abbiamo fatto un sopralluogo. Il nostro sospetto si è rivelato fondato: abbiamo trovato due porte finestre non contemplate nella licenza, un rialzamento della falda del tetto (con un brutto esagerato frontone), la rimozione di una soletta (in pratica lo sventramento dell’interno) e il tracciamento di un sentiero abusivo per allontanare il passaggio pubblico dall’edificio. Siccome questo è inserito nel Piano regolatore come “vicolo-sentiero” e non è stata pubblicata nessuna variante di PR ci auguriamo che si tratti solo di una modifica provvisoria per agevolare i lavori di cantiere; ma a questo punto è lecito aspettarsi di tutto e non ci stupiremmo se si volesse farlo diventare permanente.
Perlomeno una cosa è certa: in base alla licenza prorogata del 2016 si sta realizzando l’intervento invasivo previsto nella licenza scaduta del 2017.
Che dire a questo punto? Nelle scorse settimane la stampa ha molto parlato del deficit nel preventivo 2021 della Città di Lugano: in fondo una non notizia, dato che con la pandemia era largamente prevedibile. Ha invece parlato poco, con qualche eccezione, del grave deficit nello stato di diritto in materia edilizia che da qualche anno comune affligge il comune. La zona a est della città, in particolare la riva meridionale del lago, sembra diventata il far west di Lugano.