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19 ottobre 2017 4 19 /10 /ottobre /2017 16:43

La scorsa settimana abbiamo trovato in bucalettere uno stampato che illustra le virtù della “Rete tram-treno del Luganese”. Il governo informa e consulta la popolazione su un progetto importante? Sarebbe una bella cosa; però puzza di marketing allo scopo di venderci merce sospetta. Si tratta di una questione complessa, quindi esaminiamola sinteticamente con calma.
Tra il 2011 e il 2013 le nostre Associazioni si erano intensamente occupate della questione del tram e dell’agglomerato del Luganese nel corso della procedura di consultazione sul PAL2: in quella fase avevamo in particolare criticato la priorità assegnata al tram Bioggio-Lugano (quello che viene ora proposto) e il tracciato della circonvallazione del Basso Vedeggio. Non fummo ascoltati, ma in seguito il PAL2 ricevette una sonora bocciatura. Dei 150 milioni chiesti a Berna ne arrivarono solo una decina; niente per la circonvallazione, il tram Bioggio-Lugano rimandato alle calende greche. Allora non furono pochi a chiedere l’esauterazione della Commissione regionale dei trasporti che aveva combinato quel pasticcio. Ma invece di rivedere piani e progetti si preferì combinarne un altro, raddoppiando i contributi di Cantone e comuni per sopperire ai mancati sussidi di Berna. Tredici comuni rifiutarono l’accordo, Lugano (cui erano richiesti 102 milioni) lo concesse. Nel 2015 (con l’appoggio di Verdi e PS) le Associazioni lanciarono il referendum contro il credito approvato dal Consiglio comunale: furono raccolte oltre 3300 firme e la consultazione popolare prevista per dicembre. Ma un deputato leghista chiese di sospenderla e in pochi giorni il Consiglio di Stato accordò l’effetto sospensivo. Nel gennaio 2016 la faccenda approdò al Tribunale amministrativo e da allora giace in un cassetto: un brutto esempio di asservimento della giustizia alla politica e di disconoscimento dei diritti democratici.

Ma senza curarsi di sentenze e procedure la vita si prende i suoi diritti. Sappiamo com’è finito il tracciato della circonvallazione, che noi ritenevamo un obbrobrio e invece la CTRL perfetto e definitivo: un anno fa il ministro Zali l’ha stracciato con poche assennate parole .

Diversa invece la strada imboccata dal tram del Luganese. Nel 2013, dopo la batosta sul PAL2, sembrava morto; è resuscitato nel 2014 dentro una nuova congiuntura. Tutti ricordiamo il 9 febbraio 2014 quando i cittadini svizzeri approvarono, con il decisivo contributo dei ticinesi, l’iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa, che continua a provocare attriti con l’UE. Certo più flebile il ricordo che quello stesso giorno fu approvato anche il Programma di sviluppo strategico dell’infrastruttura ferroviaria (PROFFIS) con il quale la Confederazione si ripromette di investire entro il 2030 dai 7 ai 12 miliardi per potenziare la ferrovia. Quel giorno i consiglieri federali, che solitamente vengono qui solo in vacanza, scoprirono “lo strappo ticinese” e per ricucirlo nei mesi seguenti si prodigarono in viaggi ufficiali, rivaleggiando in buone parole e in, contraccambiati, salamelecchi. Dentro quella congiuntura, a Claudio Zali riuscì facile convincere Doris Leuthard che il tram luganese era in realtà un treno, che poteva essere interamente finanziato con il PROFFIS. La Confederazione che nell’ambito dell’esame del PAL2 aveva espresso forti perplessità, ha quindi deciso di fare un regalo al Ticino promettendo il finanziamento. Peraltro non sarà proprio gratis: fermo restando che le Camere federali approvino, Berna metterà 264 milioni, ma Cantone e comuni dovranno sborsarne altri 109. Allora avanti tutta con il tram-treno!; redazione del progetto definitivo (in realtà con molte incognite), immediata richiesta di concessione ferroviaria da parte della FLP (ora in consultazione) e posa dei picchetti per la licenza di costruzione del tracciato; con una certa confusione legata alla fretta, che lascia presagire qualche intoppo. Ne sapremo forse di più dopo le giornate informative proposte in novembre.

Nell’ambito della consultazione sulla richiesta di concessione inoltrata dalla FLP, le nostre Associazioni hanno già presentato osservazioni critiche, chiedendo il riesame e il completamento del progetto (segnatamente, ma non solo, per i tratti cittadini del tram) e opponendosi alla “tattica del salame” messa in atto dal Dipartimento del Territorio. In questo siamo confortati da un gesto inconsueto e certamente coraggioso: 6 membri (su 13) della Commissione di pianificazione del CC di Lugano hanno scritto una lettera al DT in cui affermano di condividere pienamente le nostre osservazioni, ringraziandoci per la nostra analisi. Sarà forse finalmente il preludio di una seria e approfondita discussione nel legislativo cittadino?

 

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