In una lettera pubblicata dal Corriere del Ticino, VivaGandria e il sottoscritto sono oggetto di un pesante attacco da parte del signor Edo Bordoni. Prima osservazione: che “il primo quotidiano del Cantone” abbia potuto pubblicare una lettera in stile Mattino della Domenica senza aver verificato la veridicità delle asserzioni è rivelatore dello strisciante degrado dei media.
Confrontato a una bega di paese ho dapprima pensato di lasciar perdere. Ma l’astio e il livore che trapelano dalla lettera mi hanno convinto a sottoporre la questione alla riflessione di tutti, per evitare che simili episodi abbiano a prender piede in paese. Una piccola comunità è fragile ed è facile trasformarla in un pollaio pieno di galli per squalificare, intimidire e dissuadere chi si impegna per il bene comune.
Il pretesto che ha mosso il signor Bordoni è un articolo del CdT sulla nuova ordinanza sui posteggi, nel quale è inserito un “virgolettato” con una “mia” dichiarazione che in realtà non ho mai fatto. Le cose sono andate così. Una giornalista mi ha telefonato chiedendomi cosa pensassi dell’ordinanza. Ne è seguito un breve colloquio in cui ho detto che la soluzione proposta non mi sembrava lungimirante perché tra pochi anni riproporrà gli stessi problemi: ho preconizzato un posteggio sotterraneo (ad esempio sul tipo di quello ben realizzato a Vico Morcote) e certo non ho mai accennato a un autosilo. Ho esternato il mio disappunto per la mancata consultazione della popolazione e, dato che il Comune viene a batter cassa, dichiarato la mia sorpresa per il fatto che la Commissione di quartiere non avesse chiesto in cambio un potenziamento del trasporto pubblico. Le mie parole sono poi state travisate e virgolettate.
Non intendo entrare nel merito delle insinuazioni calunniose del signor Bordoni; scorrendo questo blog ognuno può rendersi conto di come stanno le cose. Gli perdono volentieri le inesattezze dovute all’ignoranza della nuova realtà del villaggio derivante dalla sua lunga assenza dal paese. Mi preme invece correggere la sua affermazione secondo cui la nostra associazione conterebbe “relativamente pochi membri residenti”. Tutti sanno che otto anni fa VivaGandria è nata in seguito a una petizione per la protezione integrale del villaggio sottoscritta da 118 abitanti. Certo se la petizione fosse stata sottoposta anche altrove il risultato sarebbe stato più eclatante: l’abbiamo riservata ai soli residenti ritenendo giusto partire con i piedi ben saldi nel villaggio. Non fu una scelta di chiusura - del tipo “prima i nostri” - perché VivaGandria ha i piedi per terra ma i grilli per la testa: ovunque si presentino intelligenze, creatività e capacità utili alla causa, VivaGandria le cerca e le sollecita, senza chiedere il certificato di residenza. L’Associazione ha raccolto fino a un massimo di 90 aderenti che poi - in seguito a decessi, partenze o stanchezza - si sono ridotti agli attuali 78: 49 sono residenti nel villaggio, 9 sono proprietari di case secondarie, 6 sono Gandriesi “fuori sede” e 14 sono simpatizzanti, in genere residenti a Lugano; sono in attesa di ratifica una decina di richieste d’adesione, tutte di residenti. Mi sembra sia azzardato affermare che un’associazione a cui aderisce circa il 20% della popolazione adulta del villaggio conta pochi membri residenti.
Giorgio Bellini