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28 maggio 2016 6 28 /05 /maggio /2016 09:00

Certo Max ha ragione (vedi il suo commento al post precedente). Quella per l’elezione della commissione di quartiere è stata un’assemblea deludente che lascia sostanzialmente le cose come prima. Il risultato configura una scelta di chiusura che premia l’immobilismo.
Bisogna pur dire che l’Ufficio quartieri ci ha messo del suo per ottenere quel risultato. A cominciare dall’avviso affisso all’albo con grave ritardo solo 5 giorni prima, per di più con la falsa informazione dell’ammissione dei soli iscritti al catalogo elettorale, mentre il regolamento votato nel dicembre scorso dal Consiglio comunale la apre a tutti i residenti: ciò ha contribuito a tener lontani diversi interessati. Poi la scelta della modalità di elezione decisa non si sa da chi perché il regolamento non lo precisa. In assemblea il voto palese è stato contestato ma il signor Cao ha deciso che non era doveroso che i presenti si pronunciassero in merito. Questi fattori - dato che, come si è visto, bastavano 2-3 voti a fare la differenza - hanno contribuito ad alterare l’esito dell’assemblea.
Ma c’è dell’altro. In assemblea qualcuno ha detto che la stessa non poteva aver luogo perché non prevista dal Regolamento comunale della Città di Lugano (che prescrive ancora la nomina delle commissioni di quartiere da parte del Municipio). Il signor Cao, responsabile dell’Ufficio quartieri, ha risolto che tutto era in regola, data la decisione del Consiglio comunale. Ebbene, non è vero. La Legge cantonale sull’organico comunale prescrive che le modifiche ai regolamenti devono essere sottoposte per approvazione al Consiglio di Stato: l’articolo 190 della legge stabilisce in modo tassativo che solo “Con l’approvazione del Consiglio di Stato i regolamenti diventano esecutivi”. Quell'approvazione non è ancora stata data: ergo, legalmente quell’assemblea non si poteva fare.
Può stupire che a un Municipio in cui siedono ben 3 avvocati sia sfuggita una “quisquiglia” che configura un caso di “nullità assoluta”: ora basterebbe che uno solo dei 60.000 abitanti di Lugano facesse ricorso per invalidare tutte le assemblee di quartiere. Un grosso rischio anche per questo paese dei balocchi dove spesso le cose funzionano così.

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